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Giugno 2013

A cura di: Dottore Paolo Boggio

Questa dermatosi, originariamente indicata come "creeping eruption" (lett. eruzione strisciante), è causata dalla penetrazione per via transcutanea di alcune specie di nematodi, più spesso identificati essere Ancylostoma braziliense, che si ritrovano in zone costiere di paesi a clima caldo umido, tropicali e subtropicali. Le uova dei vermi vengono rilasciate con le deiezioni di cani, gatti e animali selvatici infestati, e si trovano poi a loro agio in terreni fangosi o sabbiosi (spiagge, ma anche parchi giochi per bambini); possono maturare, entro una settimana circa, evolvendo in larve infettanti, in grado di penetrare nella cute in corrispondenza di un follicolo pilifero o di un ghiandola sudoripara. La larva penetrata nell'ospite scava nella cute un fine tunnel che decorre poi in modo serpiginoso nell'epidermide per lo più senza arrivare al derma, con un fronte di avanzamento che si muove in genere di meno di un centimetro al giorno. L'infezione può restare silente per alcune settimane o iniziare subito, con la fase di avanzamento, a mostrare la comparsa di un tragitto cutaneo eritematoso e tortuoso, in genere finemente rilevato sul piano cutaneo. Sedi più spesso colpite, come nel paziente qui proposto, sono gli spazi interdigitali e i dorso dei piedi (lo spesso strato corneo plantare è infatti abbastanza protettivo), ma anche mani e glutei. Il prurito è costante e intenso, e le lesioni da grattamento che ne conseguono, spesso impetiginizzate, possono indurre a errori di diagnosi per lo meno in una prima fase. La diagnosi è infatti in genere clinica; alcuni pazienti manifestano una ipereosinofilia associata che può essere marcata ma che non è comunque costante, mentre l'esame istologico consente di visualizzare la larva che solo in casi sporadici poichè il parassita è in genere più avanti di circa un centimetro rispetto alle lesioni visibili a occhio nudo. L'infestazione in teoria si autolimita con la morte della larva entro 1-2 mesi, ma sono stati segnalati anche casi più prolungati nel tempo. La terapia per bocca può essere effettuata con albendazolo o ivermectina; il tiabendazolo sistemico o topico non è disponibile in Italia mentre la crioterapia può essere efficace nell'uccidere la larva ma non è sempre risolutiva.
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